Si parla con insistenza dei tassi di interesse negativi applicati da alcuni istituti di credito.
Si sono create due situazioni paradossali: clienti che chiedono denaro e ne restituiscono meno di quanto ne ottengono; clienti che depositano denaro perdendoci soldi (succede spesso, solo che in questo caso lo sanno già prima di iniziare).
Esiste certamente uno scenario politico e macroeconomico che ha portato a questa situazione.Articolo: il mondo rovesciato dei tassi negativi (fonte: www.italpress.com), ne parla anche il più “colorito” Paolo Barnard. Non è questo il senso di questo articolo, ognuno approfondisca come crede.
La riflessione che emerge da questo fenomeno è contraddittoria: da un lato abbiamo un’economia reale in “crisi” con un mercato dei consumi stagnante, deflazione e apprezzamento monetario; dall’altra abbiamo una sovrabbondanza di denaro il cui modo migliore per essere collocato è a tassi negativi.
C’è qualcosa che non torna …
Circa 3 miliardi di controvalore in dollari sono investiti in obbligazioni a ritorno negativo. I grossi investitori hanno talmente paura di perdere denaro investendolo nell’economia reale che preferiscono accettare una piccola perdita.
A questo punto non serve avere un Master in economia per capire gli effetti distorti della creazione di nuova moneta e del QE.
La parte difficile è capire come muoversi in questo scenario.
Valorizzare crediti non-performing in una situazione come questa ha una funzione di riequilibrio nel mercato: un asset viene ricollocato a un prezzo che incontra la domanda attuale, il creditore svaluta il suo credito per accontentare gli acquirenti, l’economia riparte. Da un lato siamo contenti di contribuire a far partire l’economia e remunerare agli obbligazionisti il 10% annuo anziché un tasso negativo. Dall’altra parte è preoccupante constatare quanto ancora questo mercato di valuta in eccesso e credito sproporzionato sia destinato a ridimensionarsi.
In queste condizioni, non sorprendiamoci di svegliarci una mattina e scoprire che i prezzi degli asset mobiliari e immobiliari sono crollati. Prima che arrivi questo giorno, assicuriamoci che i nostri asset crolleranno meno rispetto al resto del mercato, e che continuino a produrre reddito.
Emanuele Grassi