La recente modifica dell’art. 560 c.p.c. segna un’altra tappa nel viaggio confusionario del legislatore nel mondo NPL – recupero crediti. Negli ultimi 3 anni sono stati numerosi gli interventi in materia di procedure esecutive e concorsuali, apparentemente utili ma non congruenti. Per citare due esempi:
– con il D.L. 14 febbraio 2016, n. 18, come modificato dalla Legge di Bilancio 2017, n. 232 sono state introdotte agevolazioni all’acquisto degli immobili in asta; la validità della della norma ha riguardato gli atti emessi fino al 30 giugno 2017 e non è stata ulteriormente prorogata;
– attraverso l’esempio di alcuni tribunali considerati “virtuosi”, si è adottato un sistema di custodia attivo che prevedeva tra le altre cose l’accesso anticipato del custode all’immobile (contestuale a quello del ctu) e l’inizio degli accessi bonari e forzosi in tempo utile per consegnare l’immobile libero al decreto di trasferimento. Con la recente modifica, si ritorna alla vecchia prassi e la si consolida.
Il tema non è parteggiare per il debitore o per i creditori; questa situazione di incertezza porta svantaggi a entrambi.
Il legislatore continua a non capire che questo segmento di mercato non ha bisogno di modifiche, ma di certezze e stabilità. Non è importante sapere se un immobile verrà liberato prima o dopo il decreto di trasferimento, al primo o al terzo accesso: l’importante è saperlo con certezza, dall’inizio.
Va sempre ricordato che il debitore è esso stesso beneficiario della vendita giudiziaria: in alcuni casi potrà beneficiarne in denaro, in altri nella riduzione della propria esposizione debitoria. E’ logico dunque che una vendita in asta a prezzo ridotto penalizza entrambi gli scenari.
Ex parte creditoris, rimane difficile capire come sia possibile tollerare e certificare che alle vendite giudiziarie l’acquirente paga oggi un bene del quale avrà titolo di proprietà dopo 3-4 mesi e ne avrà il possesso a data da destinarsi.
L’ obiettivo di questo articolo non è evidenziare che i creditori (banche, fondi etc) sono stati danneggiati dalle scelte del legislatore. Apparentemente a questo giro i creditori sono stati penalizzati e con le precedenti modifiche hanno invece avuto dei benefici; a nostro avviso non è corretta nessuna delle due affermazioni. Una legge che incentiva l’accesso alle aste solo per qualche mese crea un clima di incertezza e confusione tra gli operatori che supera di gran lunga tutti gli effetti positivi creati; per dirla semplice, era meglio non farla neppure.
Gli operatori del settore invocano a gran voce stabilità, coerenza, norme chiare applicate alla lettera. Sapere esattamente quanto tempo occorre per un piano di riparto o per la liberazione di un immobile mette tutti davanti alle proprie responsabilità in modo equivalente, crea un mercato trasparente e tutela i diritti di tutti, debitori inclusi.
Emanuele Grassi