A più di un anno dalla nostra prima pubblicazione del “modello dell’esagono” e a 9 mesi dalla nostra più recente pubblicazione sull’argomento i nostri lettori più attenti ci hanno chiesto se questa previsione si è verificata nei fatti.
Superata la fase 6, i dati rilevati ci dicono che siamo entrati nella fase 1; è dunque legittimo attendersi nel breve periodo un mercato immobiliare in fase 2, ossia il momento più florido del mercato con prezzi e compravendite in netta ascesa.
Il nostro parere? Assolutamente no.
La fase attuale potrebbe durare parecchi anni. Entreremo nella fase 2 quando sarà relativamente facile per una famiglia di medio-basso reddito ottenere un finanziamento pari almeno al prezzo di compravendita della casa, sole spese accessorie escluse.
Il punto è che il cambiamento nel mercato del lavoro è stato talmente profondo da rendere necessaria una riforma totale del processo di erogazione del credito privato.
Per capirci: se un requisito base è un contratto (o magari due) di assunzione a tempo indeterminato, l’86% delle coppie molto difficilmente potrà avere credito (Istat); e forse non gli interessa neppure, considerato che gli attuali 18enni italiani secondo le più recenti previsioni cambieranno lavoro mediamente 5 volte e si trasferiranno in un altro stato almeno una volta.
Questi cambiamenti disegneranno inevitabilmente un mercato immobiliare completamente nuovo rispetto a quello attuale e del recente passato; avremo una domanda molto diversa, le cui richieste in alcuni casi risulteranno diametralmente opposte a quelle abituali del cliente medio italiano.
Nella seconda parte di questo post condivideremo il nostro scenario e la nostra idea di approccio a questo nuovo mercato.
Emanuele Grassi