Crediti in sofferenza: il parere dei diretti interessati/2

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Diamo seguito al nostro post pubblicato di recente elencando gli altri 3 punti cruciali per i quali, secondo alcuni esponenti di banche e uffici legali, risulta difficile gestire il credito non performing:

4) durata delle procedure concorsuali: lunghissima, o incerta nella migliore delle ipotesi. Quasi impossibile per investitori esterni calcolarne la durata con esattezza, troppe le variabili. Va da sé che i prezzi proposti saranno esigui, per mettere in conto la peggiore delle ipotesi; difficile anche pensare che tali crediti possano essere ipersvalutati per via di agenti esterni non controllabili. Domanda e offerta hanno entrambe ragione, e così il mercato si ferma.

5) liquidità ferma sui c/c delle procedure: parliamo di miliardi (!!) di Euro fermi su qualche c/c o libretto di risparmio in attesa di essere ripartiti, magari per mesi o addirittura anni. Non vi è la possibilità di pagamenti diretti ai creditori se non in caso di mutuo fondiario e tipicamente nelle procedure esecutive (ex art. 41 TUB), nessuna regola o tempi certi per la distribuzione. In caso di vendite in più lotti o incassi differiti, spesso si attende l’ultimo incasso per distribuire arrecando un notevole danno al creditore.

6) difficoltà tipicamente italiana di valutare l’asset impresa: in Italia, i crediti NPL corporate rappresentano l’82% del totale in termini di volumi. 4 euro su 5, in pratica. Il paradosso sta nel fatto che questa tipologia di crediti è la più ostica da recuperare, la più difficile da prezzare (vedi punto 4) e la più complessa da valorizzare, considerata la forte incidenza delle PMI in termini di posizioni (anche se non di volumi; di questo parleremo un’altra volta…). Come si fa a prezzare un credito corporate di un artigiano edile, o di un’impresa artigiana con due operai? Oggi vale 100, domani può valere 0…

Va detto che le opinioni raccolte non sono state una semplice disamina di problemi; in molti hanno proposto delle soluzioni a ognuno dei punti elencati. Alcune delle soluzioni proposte tengono poco in considerazione il mercato NPL e dimostrano una volta di più quanto la distanza tra alcuni uffici/creditori e gli accadimenti dell’economia di strada sia ampia e difficile da colmare; è giusto comunque dire che una buona parte di esse sono intelligenti e non vengono applicate per via di budget limitati o della scarsa autonomia gestionale dei dipartimenti, per i quali ogni modifica richiede infiniti percorsi burocratici.

Nel corso della prossima pubblicazione condivideremo quelle secondo noi più valide e aggiungeremo un poco di farina del nostro sacco laddove riteniamo di poter dare un contributo.

Emanuele Grassi

GMA si occupa di crediti ipotecari NPL, gestione e valorizzazione degli immobili a garanzia dei crediti e operazioni di cartolarizzazione. Contattaci.